Chiamati e Inviati

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Mar. 2024 – “Chiamati e Inviati”: questo il tema che un’ottantina di famiglie, giovani e bambini della Galilea hanno voluto approfondire insieme, il 15-16 marzo, a Tiberiade, sulle rive del lago, proprio quel lago che aveva visto la chiamata e l’invio degli apostoli e la missione pubblica di Gesù.

Questa chiamata è ripetuta a ciascuno oggi: davanti alle sfide sempre più forti, Dio ci chiama alla radicalità del vangelo e a dare la vita per la pace, per il dialogo. “Cosa vuol dire dialogo? – si chiedeva Margaret Karram, nata ad Haifa e oggi Presidente dei Focolari – dialogo dice che io voglio avvicinarmi a te, conoscerti, arricchirmi della tua diversità. La volontà di dialogo dice che apro… braccia, cuore, mente per andare oltre la paura”.

“Chiamati e Inviati”: su questo tema ci si era anche incontrati a Gerusalemme, il 9 marzo, e a Betlemme, il 14 marzo.

Incontri intensi di spiritualità, di colloquio con Dio e di comunione fra tutti, che hanno dato balsamo alle ferite, aperto le anime al perdono, purificato i cuori per saper accogliere l’altro, le sue sofferenze e le sue speranze.

Appuntamenti colmi di gioia e di giochi allegri dei bambini, che hanno fatto superare ogni turbamento e comprendere meglio la realtà della Pasqua ormai vicina e la forza della Risurrezione.

Occasioni per rinsaldare l’amore reciproco fra tutti i partecipanti, sicuri che questa è la testimonianza più vera, che è possibile il dialogo e l’unità fra le persone e i popoli.

Momenti preziosi per poi ricominciare, con rinnovato impegno, a essere insieme testimoni di questa speranza.

Le parole di Desmond Tutu, arcivescovo anglicano e attivista sudafricano, lette durante una riflessione, bene esprimono l’esperienza vissuta: “Se solo potessimo riconoscere la nostra comune umanità, che ci apparteniamo, che i nostri destini sono legati gli uni agli altri, che possiamo essere liberi solo insieme, che possiamo essere umani solo insieme, allora verrebbe un mondo glorioso dove tutti noi possiamo vivere in armonia insieme come membri di una famiglia, la famiglia umana”.

Alcune impressioni:

Fino all’ultimo momento avevo il dubbio se partecipare o no. Ma alla fine mi sono decisa per il sì: era un atto d’amore per mia figlia che lo desiderava tanto. Ringrazio Dio che siamo andate. È stato bellissimo. Sia io che la mia famiglia ci siamo accostati al sacramento della riconciliazione. È stata una grazia l’essere con tutti.

È stato un ritiro molto bello! Avevamo bisogno di allontanarci dal mondo. Ci sentivamo davvero in famiglia. L’atmosfera era molto bella. Grazie di tutto il lavoro! Sarebbe importante farlo più volte: ce n’è bisogno.”

Era importante ritirarci dal mondo in questo tempo duro. Stare insieme con Gesù in mezzo a noi, con la pace fra noi. È stato un incontro con tanto amore fra tutti. Si sentiva il bisogno di prendere forza insieme per uscire e per affrontare le sfide nella vita e nel mondo. Ringraziamo Dio per questa possibilità.”